Tutti che sanno di tutto…
Umiltà. Le parole stanno a zero, diceva qualcuno. E non aveva tutti i torti, soprattutto in momenti come questi in cui troppi si improvvisano esperti, consulenti o problem solver. L’universo dei media ci offre una quantità di figure
(e di figuri) autodichiarantisi super esperti: virologi che parlano di politica, politici che si improvvisano scienziati, tutti che sanno di tutto.
Ma anche influencer, blogger o aspiranti giornalisti che si pongono come divinità della tuttologia più spinta, sempre pronti a fare previsioni e a dare dritte. Vabbuò, dicono a Napoli. Da parte nostra, non abbiamo mai sopportato i “fenomeni”, ovvero i cloni di un atteggiamento esasperatamente fondato su protagonismo ed autoreferenzialità forzata, usata come clava per annullare ogni critica o dissenso. E tenere gli altri al palo.
Un “non sistema” di riferimento
L’uso dissennato dei social ha contribuito alla personalizzazione dilagante, accelerando il processo di indebolimento dell’oggettività dei contenuti, dando vita a un “non sistema” di riferimento che punta sull’esaltazione di sè, decontestualizzato da ogni valutazione realistica e da ogni esperienza concreta.
Questo atteggiamento è diffuso anche nel mondo della ristorazione, dove molti chef credono di essere sulla strada giusta sempre e comunque: con una buona dose di presunzione affrontano il loro lavoro, spesso convinti della giustezza di ciò che fanno, senza mai rapportarsi al cliente o, peggio ancora, ritenendolo un mentecatto. Eppure, data anche la situazione di prolungata emergenza, sarebbe preferibile una buona iniezione di umiltà, una ripresa dei valori “fondamentali”.
La prima cosa da imparare, umiltà
Ancora una volta mi rifaccio al pensiero di Gualtiero Marchesi quando diceva che la prima cosa da imparare in cucina (e non solo) è l’umiltà: “osservare, imparare”, amava ripetere ai suoi allievi. E continuare ad imparare, con le armi della ragionevolezza e dell’apprendimento, prima di dare per scontato che il tuo piatto è o sarà il migliore. Il mondo è in movimento e, anche se questa pandemia devastante pare avere bloccato o quantomeno indebolito il settore, le cose riprenderanno a girare, più veloci del previsto. Prepariamoci ad affrontarle con lucidità, conoscenza, volontà di migliorare sempre. Questa sarà la vera ancora di salvezza per affrontare la ripartenza che ci sta davanti gli occhi.