XXII edizione della rassegna dedicata ai vini sardi premiati all’estero e poco conosciuti in Italia
Usini, comune della provincia di Sassari socio dell’associazione Città del Vino, vanta un primato in Italia: è tra i paesi con il maggior numero di cantine rispetto agli abitanti, una concentrazione di 9 cantine per 380 ettari vitati, un giro d’affari di 3,5 milioni l’anno su una popolazione di 4.300 anime.
Sabato 25 maggio si terrà la 22esima edizione della rassegna Vini di Coros, seconda per anzianità in Sardegna, riservata a viticoltori amatori e produttori che non imbottigliano. Particolare attenzione alla categoria vino “cagnulari”, vitigno autoctono di Usini, a cui è dedicata la tavola rotonda durante le degustazioni. Una manifestazione che punta a valorizzare i vini di Coros, ovvero la subregione a nord ovest della Sardegna che comprende i territori di Usini, Ittiri, Uri, Tissi e Ossi. Un esempio virtuoso di ritorno alla agricoltura con un impegno fisso di 20 persone fisse e diversi stagionali quando il tasso di disoccupazione in Sardegna si aggira attorno al 25 percento e il tasso di inattività intorno al 60 percento.
Vini
ad alto tasso di premi nazionali e internazionali: solo nell’ultimo
anno sono stati premiati il Vermentino Frinas 2017 di Carpante con la
medaglia d’oro del concorso CWSA di Hong Kong; lo stesso vino è
stato inserito nella prestigiosa guida 5 Stars, insieme al Vermentino
Mattariga 2017 e il Moscato passito Kentàles dell’azienda Chessa
nell’ ultima edizione di Vinitaly; la medaglia d’argento al concorso
mondiale di Bruxelles per il Lungherra 2015 di Chessa. Fa parte
sempre di Coros una delle più antiche cantine della Sardegna:
l’azienda Chierchi, il suo storico proprietario, Zio Billia è stato
il primo a scoprire e valorizzare il vitigno cagnulari e tra i primi
a spumantizzare con metodo classico il Vermentino, lasciandolo 30
mesi sui lieviti e non dosandolo.