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Caro 2022, aspettati tu qualcosa da noi!

È il 31 dicembre di un anno che ci aveva promesso grandi cose. L’uscita dalla pandemia, prima di tutto. Ma voi ci avete davvero creduto? “Non ne usciremo” è quello che sento dire ovunque. La speranza degli italiani continua a vacillare davanti all’aumento dei casi che, diciamocelo, aumentano con l’aumentare di chi si sottopone a tampone rapido o molecolare. 

Qualche giorno fa, Sileri, il sottosegretario alla Salute ha dichiarato: “Con Omicron stiamo andando verso l’endemia, quindi niente panico”. Treccani definisce l’endemia come la “costante permanenza, in un determinato territorio, di una malattia che tende a presentarsi sporadicamente o a piccoli focolai e con una incidenza relativamente uniforme”. Quindi un po’ è vero, non ne usciremo, ma stiamo facendo di tutto per alzare la testa. 

L’impresa italiana e, permettetemi, della ristorazione ha dimostrato che sa farlo: l’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio dichiara che da “giugno 2021 nove attività ristorative su dieci sono totalmente aperte e che l’8,1% delle aziende attive nel settore della ristorazione è parzialmente aperto (con orari e giornate lavorative ridotte), mentre solo il 2,7% è attualmente chiuso (solo l’1% definitivamente)”. Sa farlo perché ha proiettato delle speranze di un 2022 davvero in crescita: e sapete quali saranno le tendenze che confermano questa speranza? Il Green Food e la sostenibilità, tema a me particolarmente caro. 

Green e super green

Tra green food e green pass è un attimo! Mi perdonerete per questa battuta, ma è opportuno soffermarsi un attimo? 

Prendere un caffè al bancone ma solo presentando il green pass… in quanti veramente lo chiederanno? La mia non è polemica, non è schierarsi tra si o no vax, tra buoni o cattivi, è cercare di capire quanto veramente l’Impresa italiana riuscirà a rispondere alle speranze dei dati. Creare misure per questa era endemica è fondamentale, basta che rispondano concretamente a risultati di vera ripartenza. Perché a me poi viene in mente quell’1% che non ce l’ha fatta.

Il 2021 è stato un po’ l’anno della sfida, della ripartenza, delle maniche tirate su e delle mani impastate al fango per creare, inventare, decidere cosa fare e soprattutto, come farlo. Il 2021 non ha chiuso, ma ha aperto una nuova era. Se il 2020 prefigurava una visione apocalittica, il 2021 ha stabilizzato una quotidianità di certo nuova, alla quale non vogliamo rinunciare. Che sia un caffè, che sia una cena, una pizza, un calice di vino. Una quotidianità che non tornerà forse più la stessa, ma di cui abbiamo bisogno. Andare al ristorante è una gioia che non vogliamo più negarci. 

Che ben vengano le cene, il vino con gli amici, la famiglia numerosa riunita allo stesso tavolo; che ben vengano gli starnuti in libertà senza sentire addosso la paura di commettere una strage, che ben venga questo 2022 pieno di dati, di speranza e di gente che non ha mai smesso di crederci. Di lottare. 

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